Vi sono stati anni in cui lavorare in banca significava avere un lavoro sicuro e ben retribuito. Poi è arrivata la crisi dell’occupazione e anche il settore bancario ha dovuto operare tagli a stipendi ed impiegati. Sembra però che il 2014 sarà l’anno di chi lavora nell’ambito bancario e della finanza, complice la nascita di nuove competenze professionali sempre più richieste.
A dirlo l’osservatorio Michael Page ( società di recruitment specializzata ) che analizza quali sono in Italia le figure più ricercate in ambito finanziario.
Al primo posto troviamo i private banker, ovvero coloro che si occupano di investimenti e negoziazione titoli, che possono ambire a una retribuzione media tra i 40 e i 60 mila euro annui anche solo a livello junior.
Segue la richiesta di compliance officer, esperti di leggi, regolamenti e norme che regolano il settore finanziario e ne supervisionano la disciplina. La loro retribuzione media va dai 50.000 agli 80.000 euro annui entro i primi 10 anni di esperienza.
Crescono poi soprattutto i profili come quello del credit manager, su cui è possibile vedere questa guida su Professioniecarriere.com, che può puntare ad una retribuzione iniziale di 30.000 o 50.000 euro annui, occupandosi delle criticità di credito e operative della banca.
Tra le nuove professioni da segnalare l’investment advisor, ovvero una figura altamente specializzata sugli strumenti finanziari più complessi, in grado di offrire consulenza a clienti molto facoltosi e di assicurarsi entro i 5 anni di esperienza uno stipendio annuo tra i 45 e 65.000 euro.
Ancora richiesto l’analista finanziario, con retribuzione iniziale di 30.000-50.000 euro annui.
Scende invece la domanda per direttori amministrazione, finanza e controllo (Cfo), i cui compensi restano comunque tra i più elevati del settore (da 70 a 120 mila euro, con 8/12 anni di esperienza).
Il mercato sta cambiando sotto la spinta di un’internazionalizzazione sempre più accentuata e di una produzione normativa in costante evoluzione, e questo spiega perché in Italia si vanno riducendo gli spazi per alcune professioni un tempo ricercate a favore di profili più orientati al controllo dei rischi e alla gestione della relazione con il cliente.