Se potessero, molti laureati degli ultimi anni (non sempre adeguatamente soddisfatti della propria realizzazione professionale) tornerebbero indietro, in particolare verso i mestieri dell’artigianato. Questo almeno è quanto emerge da una recente ricerca online, che provocatoriamente ha chiesto a circa 1000 persone quale carriera avrebbero voluto intraprendere se non avessero fatto il lavoro attuale. E il 23% degli interpellati ha indicato proprio l’opzione relativa all’artigiano, confermando che forse è iniziata una vera e propria riprogrammazione dei percorsi professionali e che sta finendo l’era della smaterializzazione del lavoro e quindi del lavoro intellettuale a tutti i costi. Del resto, non molto tempo fa Coldiretti e Confagricoltura ci hanno detto che sono in netta crescita i titolari di aziende agricole con una laurea e che quindi il lavoro adesso si trova nei campi.
E’ chiaro che sono la crisi economica e la cronica mancanza di posti di lavoro a determinare le nuove dinamiche, cioè la tendenza a preferire percorsi con un elevato livello di specializzazione e con una notevole abilità manuale a corsi di laurea che tengono piuttosto lontani da conoscenze sul campo, di tipo pratico (e purtroppo da una collocazione lavorativa).
Prima di prendere coscienza di tutto questo e di compiere una epocale inversione “culturale”, le carenze di personale in agricoltura o nell’artigianato sono state colmate dai lavoratori extracomunitari. Oggi queste carenze non vengono più ignorate da tanti giovani italiani, che vi intravedono un’occasione, una via d’uscita dalla disoccupazione, uno spiraglio per recuperare spazi abbandonati. Forse il ritorno ai mestieri artigianali ha anche una spiegazione più profonda, slegata dalle esigenze concrete di carattere occupazionale e più vicine invece al clima post-industriale degli ultimi tempi, che privilegia dimensioni più umane e meno meccaniche, il bisogno di cercare un’identità anche attraverso le proprie creazioni manuali.
Superfluo ricordare che il settore dell’artigianato è un autentico giacimento per il nostro Paese, un tratto peculiare del sistema economico italiano forse non adeguatamente valorizzato. Peraltro, l’artigianato non ha le controindicazioni dell’industria (per esempio, di tipo ambientale) ed è un’attività quasi impossibile da delocalizzare. Di conseguenza, se la tendenza a tornare ai mestieri artigianali dovesse confermarsi e crescere, potremmo avere una posizione privilegiata nella griglia di partenza verso la ripresa.